Inaugurazione della mostra fotografica collettiva promossa dal MAECI in occasione del Giubileo 2025 e curata dal Centro Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma. La mostra verrà inaugurata dalle conferenze della Prof.ssa Caterina Volpi (Università La Sapienza di Roma) su Il dialogo tra Giubilei e arti figurative: la Roma Barocca e del Dott. Francesco Spina (Università La Sapienza di Roma) su Roma 1875: il Giubileo e le arti verso la modernità̀. Le conferenze si terranno in italiano con traduzione simultanea in polacco.
CONFERENZE INAUGURALI:
Caterina Volpi – Il dialogo tra Giubilei e arti figurative: la Roma Barocca
La ricorrenza del Giubileo ha rappresentato in tutte le epoche un motore decisivo per la trasformazione artistica e urbana di Roma. Le celebrazioni programmate diedero infatti impulso, di volta in volta, alla realizzazione di nuovi cicli decorativi e a interventi urbanistici, spesso monumentali, che coinvolsero i maggiori artisti attivi al servizio dei papi. Nel Seicento barocco le istanze teologiche e devozionali sottese all’evento trovarono la loro più spettacolare e riuscita manifestazione nella vocazione alla meraviglia che caratterizzò la produzione artistica e architettonica del periodo e che contribuì a rafforzare l’imprescindibile legame, visivo e simbolico, che da sempre ha connesso Roma alla centralità del papato. Ripercorrendo alcuni dei più notevoli episodi di committenza giubilare tra XVII e XVIII secolo, l’intervento metterà in luce le dinamiche innescate da questo singolare dialogo culturale e creativo, mostrando come le arti abbiano contribuito in maniera sostanziale ad amplificare e al contempo a veicolare il significato spirituale e politico dell’Anno Santo.
Francesco Spina – Roma 1875: il Giubileo e le arti verso la modernità
Quello del 1875 è un Giubileo mancato, privo delle cerimonie d’apertura e chiusura della Porta Santa e indetto da un pontefice che si dichiara “prigioniero” in Vaticano, in una Roma ormai capitale del Regno d’Italia (1871). Eppure, ventinove anni prima, il più lungo pontificato della storia, quello di papa Pio IX (1846-1878), al secolo Giovanni Mastai Ferretti, si era aperto all’insegna di un generale entusiasmo, con la speranza di traghettare lo Stato Pontificio verso il progresso. Ripercorrendo gli eventi centrali del suo regno e gli interventi urbanistici promossi in quel volgere di anni tumultuosi, emerge il quadro in un piano consapevole di autentica renovatio urbis; un progetto apparentemente costruito in alternativa alle istanze della modernità, e nondimeno animato dal proposito di conformarsi alle urgenze di un’industrializzazione non più rimandabile, senza mancare di valorizzare l’universalità di Roma quale centro dell’orbis catholicus.
BIOGRAFIE:
Caterina Volpi è professoressa ordinaria di Storia dell’Arte Moderna alla Sapienza Università di Roma, dove è anche membro del collegio docenti del Dottorato di ricerca in Storia dell’arte. I suoi campi privilegiati di ricerca e insegnamento sono la pittura e il disegno in Italia tra Cinquecento e Seicento. I suoi studi si sono concentrati in particolare sui rapporti artistici e sugli artisti attivi tra Napoli, Roma e Firenze, sul rapporto tra produzione artistica e ricerca antiquaria, sui legami tra “repubblica delle lettere” e circolazione estetica e intellettuale. Negli anni ha lavorato in numerosi Istituti Culturali internazionali, tra cui il Collège de France di Parigi, il Warburg Institute di Londra, la Pierpont Morgan Library di New York, l’Università di Pechino, il Getty Research Institute di Los Angeles, l’Istituto Italiano di Cultura a Londra e, in Italia, l’Accademia di Belle Arti di Brera, il Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, l’Istituto Nazionale per la Grafica a Roma; ha inoltre collaborato con musei internazionali quali la Dulwich Picture Gallery, il Courtauld Institute e la National Gallery di Londra, il Louvre di Parigi, il Kimbell Art Museum di Fort Worth. Tra le sue numerose pubblicazioni si segnalano il poderoso catalogo ragionato dedicato al pittore napoletano Salvator Rosa (2014), due monografie su Pirro Ligorio (1994, 1996) e un volume su Le immagini degli dèi di Vincenzo Cartari (1996).
Francesco Spina è dal 2024 funzionario storico dell’arte del Ministero della Cultura, in servizio presso il Parco Archeologico di Ostia Antica, dove è responsabile scientifico del castello di Giulio II. Si è formato alla Sapienza Università di Roma, dove nel 2021 ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’arte, con una tesi sulla Chiesa di Sant’Adriano al Foro di recente premiata e pubblicata. Si è inoltre diplomato in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Roma, ma ha studiato anche presso la Pontificia Università Gregoriana ed è stato per due annualità assegnista di ricerca in Sapienza. I suoi studi sono prevalentemente rivolti alla storia della Chiesa e degli ordini religiosi nell’età della Riforma Cattolica, con particolare attenzione all’Ordine della Mercede (è corrispondente per la storia dell’arte dell’Institutum Historicum Ordinis de Mercede) e al fenomeno del riscatto degli schiavi in età moderna, ma si è occupato anche di storia della mentalità e dell’immaginario, di iconografia e di iconologia.